Viviamo nell’era consumistica della corruzione e dell’alta finanza, dove non esiste più un divario logico di coloro che scelgono la propria strada. Tutto è governato dalla strumentalizzazione dell’essere, perfino il mondo del lavoro. Vediamo nello specifico che cosa esso può offrire, ma soprattutto, quanto può togliere.

Quale motore muove il mondo del lavoro?

Tra percorsi obbligati, sogni proibiti e fogli che attestino le vostre facoltà, il divario del mondo del lavoro dagli anni ’80 ad oggi, ha fatto un salto inverso di qualità. E non semplicemente per la quantità di offerta o per la giusta e adeguata retribuzione di paga che allora esisteva mentre oggi pare essere un utopia vissuta e concreta. Ogni pagina di storia di tale ambito potrebbe essere scritta come una delle peggiori soap-opere spagnole che ogni tanto, vediamo sullo schermo del nostro televisore. Le paghe rasentano il ridicolo e tolgono di per sé la dignità personale, riducendoci a vivere un circolo sporco, vizioso e incessante che abbiamo paura di cambiare. Certo… guardandoci intorno non troveremo di sicuro quello che ci eravamo prefissati, soprattutto ciò che si erano immaginati i più giovani: anime disperse in un mondo che non conoscono e che possono soltanto immaginare in una fantasia troppo fatiscente.

La problematica sociale è l’incontro tra domanda e offerta

Vorrei, ma non posso. Tante le volte che questa frase ha riecheggiato nell’aree come vento in tempo di tempesta. Vorrei pagarti gli straordinari, ma siamo in tempi difficili… in quel preciso istante si instaura il ricatto morale verso il dipendente di turno. Il quale per ragion d’essere e per mantenere la sua postazione, credendo di fatto di ricevere in tempi migliori, al suo cospetto la tara della democrazia, cede alle lusinghe di colui che risiede sul trono. Eppure si renderà conto che anch’esso diverrà un circolo vizioso dal quale se tenterà di uscire, sarà solo un altro emerito stronzo per il datore di lavoro. Ma la verità di fondo è che le cattive abitudini siamo sempre noi a darle, a cedere per credere di poter ottenere quel poco di più, togliendo l’energia per altro: famiglia, tempo libero e noi stessi.

Lacrime Psichedeliche