Suicidi politici ed esclusioni illustri per evidente incapacità. Molti nomi importanti sono stati schiacciati da queste elezioni che volevano un’aria di rivolta. I qualsiasi caso gli italiani si sono espressi positivamente verso partiti che vogliono dire qualcosa di diverso.

Suicidi politici annunciati?

Sicuramente, anche se qualcuno ha detto il contrario, quello di Di Maio era annunciatissimo. L’ex ministro degli esteri ha fatto una campagna elettorale stupida e remissiva. La sua presenza in tv è stata spesso da: povero de’ nonna. Tra chi non siederà più a Palazzo Madama c’è un un leghista diventato famoso per le sue posizioni ultra cattoliche e conservatrici: Simone Pillon. Era ora! La sua inutilità già come vicepresidente della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza è stata troppo evidente. Monica Cirinnà, storica avversaria politica del leghista e da sempre in prima linea per i diritti civili nelle fila del Partito Democratico, ha mostrato tutti i suoi limiti, quindi ovviamente scaricata dai suoi elettori. Ma anche altri leghisti hanno preso botte da orbi. Giulio Centemero e Alessandro Morelli inforcati dalla gente del Carroccio.

Molti si sono fatti male per scelte personali?

Fa rumore anche l’esclusione di Stefania Prestigiacomo, parte della storia di Forza Italia, che rimane fuori dalla prossima legislatura. Anche un altro volto famoso molto vicino a Berlusconi che a questo turno non ce l’ha fatta è il vicepresidente della Camera, Andrea Mandelli. Niente da fare anche per Sestino Giacomoni, il responsabile della Conferenza dei coordinatori regionali. A chiudere la lista dei grandi esclusi del centrodestra c’è Maria Rosaria Rossi, candidata all’uninominale per il centrodestra, in quota Noi moderati: ha perso contro Sergio Costa, già ministro della transizione ecologica nei governi Conte.

I suicidi politici

Dopo la folle scelta, anche Luigi Di Maio è riuscito a guadagnarsi un posto in parlamento. Impegno civico si è infatti fermato sotto l’1%: per questo non entreranno anche: Lucia Azzolina, già ministra dell’istruzione, e Vicenzo Spadafora, a capo del dicastero dello sport durante il primo esecutivo di Giuseppe Conte. Dopo una sentita simbolica sfida niente poltrona per Emanuele Fiano figlio di un ebreo sopravvissuto all’Olocausto, che perde nell’uninominale a Sesto San Giovanni da Isabella Rauti, figlia del fondatore di Ordine nuovo. Tra gli esclusi anche Andrea Marcucci, candidato a Livorno e Teresa Bellanova, viceministra delle infrastrutture e mobilità sostenibili candidata nel plurinominale in Puglia. Non potrà portare in Parlamento le istanze del popolo no vax ed euroscettico Gianluigi Paragone: il suo partito, poiché non ha superato la soglia del 3%, non ha eletto nessuno. Come del resto Emma Bonino.

Lacrime Psichedeliche