Quando fummo di sinistra non pensando ai cliché della sinistra, era il tempo in cui la sinistra era socialista. Questa è una realtà! Chiunque abbia camminato nel socialismo deve essere intellettualmente onesto sa riconoscere che Pd, Pds, P.C.I. hanno cavalcato l’onda di un estremismo psicologico e dialettico da rimanere fuori dalla vera morale socialista.

Quando fummo di sinistra?

Per dire la verità non ho una risposta, ma un’immensità di: non era cosi. Oggi abbiamo una sinistra? Neanche per sogno. Il disfacimento ideologico ha portato ad una serie di anomalie politiche sviluppate all’interno delle correnti stesse. Fratoianni è di sinistra? Neanche per sogno. Il Pd è di sinistra? Neanche per sogno… ma allora chi è di sinistra? Non certo coloro che andavano a manifestare tirando molotov, quella era la solita anomalia deviata da interessi anarchici, mentre quelli che invocano il comunismo solo perché abituati a varcare il confine con il pensiero anarchico, non sono altro che vecchie stampe di qualcosa che era solo una anomalia. Il socialismo, quello vero, affonda le sue radici dove esiste lo spirito dell’uomo sociale. Ma allora cosa vuol dire che le destre non lo fanno? Le anomalie delle destre no, la vera destra si. Ma non voglio parlare della destre, bensì dell’uomo socialista.

Lo spirito socialista

Nenni diceva: “Il socialismo è portare avanti tutti quelli che sono nati indietro”. Mentre Lorenzo Milani: “Il sistema socialista rappresenta il più alto tentativo dell’umanità di dare, anche su questa terra, giustizia e uguaglianza ai poveri”. Quindi è questo lo spirito socialista? Neanche per sogno! Queste sono le anomalie di base che hanno portato alla grande anomalia distruttiva. Queste micro anomalie hanno portato la sinistra nell’universo del radical chic per bene e cioè, a far parte di quella idea distorta, che ricolloca il socialismo nel vestito di: nero e non solo o non solo nero, nessuno tocchi Caino e altri organizzazioni associative, che invece di riorganizzare il sistema sociale italiano, si occupano di volontariato estremo (inutilità). Da quando per essere di sinistra ci si deve far carico dei migranti e dei propri diritti, questa non è roba da Chiesa o da Nazione ospitante: intendo regolamentazione parlamentare? Da quando, per essere di sinistra, si devono difendere i Caini, coprendo di attenzione criminali: terroristi, assassini, stupratori? Questo non è lo spirito socialista, questa è la ricerca del: faccio e voglio fare quello che mi pare.

Quando fummo di sinistra dopo i partigiani?

Fin che ha retto quello spirito. Fino a quando la parola d’ordine era mettersi sulle spalle tutti per riuscire ad andare oltre. Il mio socialismo si carica sulle spalle tutti i poveri, che essi siano di sinistra o siano di destra. Il mio socialismo si carica sulle spalle l’imprenditore che è alla canna del gas, che esso sia di sinistra o che sia di destra non importa. La mia patria socialista non combatte per l’esterofilia di convenienza… la ragion morale socialista non può avere convenienze di calcolo al fine di trovar politicamente utile occuparsi dell’estremo e solo di quello. Io me ne fotto di nero e non solo se a non mangiare sono anche tutti gli altri… allora in quel momento, il mio animo socialista smonta lo sportello dell’assistezialismo mirato per l’utile e si carica indistintamente sulle spalle tutti… che siano neri, gialli, rossi e tutti i colori che volete: se è un cittadino che affonda, deve trovare un salvagente ma che non sia solo per lui altrimenti è un cliché radical e uccide lo spirito socialista. Ma visto che la prerogativa di base, della nuova così detta sinistra è proprio quella di uccidere lo spirito socialista, noi che cosa ne dovremmo fare? Uccidere definitivamente questa sinistra moderna, per fare in modo che gli antichi valori socialisti siano messi al centro della discussione.

Quindi da dove deve partire la discussione?

Gli elementi fondamentali sono due. Carlo Rosselli diceva: “Il socialismo non si decreta dall’alto, ma si costruisce tutti i giorni dal basso, nelle coscienze, nei sindacati, nella cultura”. Mentre Montaneli ci regalò una sapienza cinica: “Mi confermo in due mie vecchie opinioni. Il guaio del socialismo è il socialismo, cioè sta proprio nel suo sistema statalistico. Il guaio del capitalismo sono i capitalisti che, quasi sempre bravissimi all’interno della loro azienda, fuori di lì sono spesso degli ottusi e noiosi imbecilli, e talvolta anche peggio”. Se facciamo partire la discussione da questi due elementi, troviamo la via di come non dovrebbe essere la sinistra… a tutti voi buona strada per il rinnovamento.

Lacrime Psichedeliche