Municipio XI di Roma: le antichità di portuense diventano una fogna? La vergogna di chi gestisce questa ciroscrizione è permettere ai ritrovamenti archeologici, di trasformarsi in una fogna a cielo aperto.

Municipio XI di Roma: le antichità di portuense diventano una fogna?

Il sepolcreto, scoperto nel 1966 durante i lavori per la costruzione di alcune palazzine e scavato negli anni 1982-1983, si estende su gran parte dell’area oggi attraversata dalla moderna via Portuense. Si trovano i resti di cinque tombe appartenenti a questa necropoli, databili dalla seconda metà del I secolo d.C al IV secolo d.C., in parte ricavate nel tufo e in parte realizzate in opera reticolata mista a laterizi. E’ una fogna acielo aperto dove ci passano gli affari della ACEA. La vergogna situazione persiste da tanti anni e non ci sono riscontri di manutenzione.

Ringraziamenti sparsi

Dobbiamo ringraziare sicuramente il presidente uscente, ma anche l’ex sindaco Virginia Raggi. Ma i ringraziamenti per questo scempio, devono anche coivolgere Alemanno e il suo presidente. Rutelli e il suo presidente e ultimo ma non per responsabilità Gualtieri e il suo presidente. Questa necropoli abbandonata ai rifiuti è un momento storico della nostra Roma, buttata senza protezione e cura.

Nel municipio XI di Roma

La più grande di queste tombe, chiamata “tomba A”, è del tipo a camera con volta a botte e presenta al centro una grande nicchia rettangolare con la calotta decorata da una conchiglia in stucco. Sulle altre pareti sono piccole nicchie per contenere le urne cinerarie, in seguito trasformate in loculi per inumazioni. Il pavimento a mosaico bianco e nero rappresenta scene di vendemmiae, al centro, l’episodio di Licurgo che assale la ninfa Ambrosia che, per difendersi, si trasforma in ramo di vite. Un’altra tomba, chiamata “tomba D”, presenta tre scalini di accesso; è di forma rettangolare con nicchie per le urne disposte su quattro file; alcuni graffiti sull’intonaco riportano i nomi dei defunti.

Lacrime Psichedeliche