“Il Papa non sapeva della truffa che avveniva alle sue spalle”. Questa è la dichiarazione di Francesca Immacolata Chaoqui. Oggi, davanti al Tribunale del Vaticano. “Non cerco riabilitazione, non sono come Becciu. Vado a testa alta a nome di tutte le donne che combattono per qualcosa, ho aspettato questo giorno 10 anni”.

Il Papa non sapeva della truffa

Chaoqui, rispondendo alle domande del Promotore di giustizia Alessandro Diddi, ha detto più volte che con il suo intervento voleva solo “aiutare il papa a capire la truffa che si consumava alle sue spalle”. Chaoqui ha raccontato di essere stata introdotta, negli ambienti vaticani dal cardinale Tauran. Sul memoriale del mons. Alberto Perlasca ha consegnato Chaoqui ha detto di non avere avuto parte nella stesura. Ha confermato di avere suggerito a Perlasca, un modo efficace per fare arrivare le cose alla conoscenza del Papa: registrare dei podcast per portarli in Aula. Sempre a proposito del memoriale, Genoveffa Ciferri, che ha raccontato di avere avuto un rapporto di collaborazione col Dis, ha detto che solo Perlasca può sapere quello che c’è scritto ne memoriale.

I fatti

“Ho sempre agito per fare sapere al Papa della truffa che avveniva alle sue spalle”. Parola di Francesca Immacolata Chaoqui. Insieme a lei, ma separatamente è stata anche ascoltata, dal Tribunale del Vaticano, nell’ambito del processo sullo scandalo finanziario legato alla compravendita del palazzo di Sloane Avenue, Genoveffa Ciferri, amica di mons. Alberto Perlasca. La Ciferri sembra essere teste chiave al processo. È da ricordare che Francesca Immacolata Chaoqui, già membro della Cosea, che sarà nuovamente ascoltata il prossimo 16 febbraio. Dalla difesa tentano di tappare i buchi sui reati commessi da molti prelati soprattutto Becciu. Intanto l’ex commissario Cosea ha ripetuto la sua intenzione di chiedere la revisione del processo Vatileaks. “Assolutamente sì. Aspettatevi una revisione del processo Vatileaks. Si scoprirà quello che ho fatto per il Papa, perché aprisse gli occhi e scoprisse la verità. Ci saranno grandi rivelazioni”.

Il Papa non sapeva…

“Racconterò prima come il cardinale mi ha allontanata dal Santo Padre e poi come il Santo Padre mi ha richiamato al suo fianco. Ho lottato insieme a lui affinché la trasparenza che era iniziata con la commissione Cosea è continuata. Dimostrerò come ci sia stato un vero e proprio tentativo di mettere in scacco la diplomazia pontificia sostituendola con una diplomazia parallela che veniva svolta attraverso società di intelligence assoldate da un potere occulto, che si muoveva alle spalle del Papa e lo utilizzava. Ho subito una condanna a 10 mesi per non aver usato la prudenza del buon padre di famiglia nel presentare i giornalisti al monsignore che ha poi rivelato segreti che non avrebbe dovuto rivelare. Ora si capirà perché ho presentato quei giornalisti”.

Francesca Chaouqui vuota il sacco

“Non mi sono mai finta un anziano magistrato. Sono sempre stata Francesca Chaouqui. E’ Geneviève Ciferri che non voleva che monsignor Perlasca sapesse che ero io quella che stava cercando di fargli partorire la verità. A me non interessava la verità processuale, era il 2020 e non esisteva un processo ai danni del cardinale. A me interessava solo che Papa Francesco sapesse qual era la verità e la sapesse dal principale collaboratore del cardinale che lo aveva usato, manovrato e truffato. Non sono alla ricerca di una riabilitazione, perché nel momento in cui Papa Francesco mi ha richiamato nel 2018 e ha saputo come erano andate le cose ho già vinto. Non sono il cardinale Becciu che ha bisogno di dire ‘il papa mi riammette al conclave, sono riabilitato’. Quello che ho fatto dal 2018 l’ho tenuto per me, perché io lavoro per il Papa, non per me né per la stampa”.

La mia analisi

Conosciamo il valore e la verità di Francesca Chaouqui, ma conosciamo perfettamente la scellerata azione di Becciu e della sua banda di criminali. Personalmente ritengo che il reintegro di Becciu sia una mossa che soltanto il Papa può comprende, in quanto sono seriamente convinto, si tratti della famosa mossa del cavallo. Lasciare operare Becciu e vedere se si scoperchiato qualcosa di più grande in Vaticano, così da dividere le competenze: all’Italia i criminali laici e al Vaticano i porporato. Certo è che sembra troppo esigua la presenza dei prelati in un affare così imponente. Continuo a pensare che l’affare Sloane Avenue sia solo la punta dell’iceberg. Se Becciu opera, verrà costretto dalla macchina già messa in moto, a ricontattare certi vertici, di cui non voglio per ora fare il nome, per tentare di non far esplodere un incendio più ampio. Per ora dobbiamo attendere il 16 febbraio per sentire altre dichiarazioni di Francesca Chaouqui.

Lacrime Psichedeliche