Papa Francesco con decisione: “Le omelie sono un disastro, non sono una conferenza, non più di 10 minuti”. Come non essere d’accordo con il Papa, soprattutto analizzando la povertà teologica di cui sono piene le parole dei pretucoli in questione.

Papa Francesco con decisione per rimuovere le povertà teologiche?

E’ un argomento che non sta a cuore solo a Bergoglio. Personalmente ritengo che le omelie, soprattutto quelle affidate a qualche pretucolo incolto, soprattutto dal punto di vista teologico, sono indegne! Spesso prive di ogni fondamento teologico si basano su conclusioni personali che non dovrebbero trovare posto in una Chiesa. Spesso diventano la campagna elettorale personale di qualche inutile prete che vuole mettersi in mostra, affidandosi a parole che non dovrebbero, per rispetto e dignità essere pronunciate: “Dio vuole” – “Dio pensa”… come se avessero un telefono privato con un Dio che rispondeva a fatica perfino ad Abramo. Bergoglio ammonisce i partecipanti di un corso di formazione per responsabili delle celebrazioni liturgiche: “Bisogna stare in mezzo al popolo per capire come accompagnare i confratelli e la comunità”. Poi tuona: “Basta con la confusione in chiesa prima e dopo la messa”.

La divulgazione del “famo come ci pare”

Da anni e anni ormai la curia romana, pur di accaparrarsi spettatori ha permesso che le messe divenissero show indegni. Ha iniziato con le messe infinite delle communità neocatecumenali e del rinnovamento carismatico, appoggiando anche o soprattutto, spropositi teologici e liturgici… permettendo a invasati arroganti e presuntuosi di parlare, sempre e in ogni modo in nome di Dio. Il Papa ammonisce: “Per favore, le omelie sono un disastro. Mettete nelle prediche sempre un pensiero, un affetto e un’immagine, che la gente si porti qualcosa a casa. Pensate ai fedeli. L’omelia non è una conferenza, è un sacramentale… massimo dieci minuti. La si prepara in preghiera, con spirito apostolico. Andare nelle parrocchie e non dire nulla di fronte a liturgie un po’ sciatte, trascurate, mal preparate, significa non aiutare le comunità, non accompagnarle. Invece con delicatezza, con spirito di fraternità… è bene aiutare i pastori a riflettere sulla liturgia, a prepararla con i fedeli. Il maestro delle celebrazioni deve usare una grande saggezza pastorale: se sta in mezzo al popolo capirà subito e saprà bene come accompagnare i confratelli, come suggerire alle comunità ciò che è adatto e realizzabile”.

Papa Francesco con decisione per rimuovere gli show liturgici

Basta con la confusione che si crea in sacrestia prima e dopo la messa. Basta con basso, chitarra e batteria se poi si è privi di fondamento teologico e i pastori laici giocano a fare i messia guaritori. “Specialmente prima delle celebrazioni, dovete aiutare l’assemblea e i concelebranti a concentrarsi su ciò che si va a compiere. Spesso le sacrestie sono rumorose prima e dopo le celebrazioni , ma il silenzio apre e prepara al mistero, permette l’assimilazione, lascia risuonare l’eco della Parola ascoltata. È bella la fraternità, è bello salutarsi, ma è l’incontro con Gesù che dà senso al nostro incontrarci, al nostro ritrovarci. Dobbiamo riscoprire e valorizzare il silenzio“… grazie santità… grazie!

Lacrime Psichedeliche