Francesco tuona contro gli oppressori dell’Africa: “Non ci sono parole”. Uno sforzo internazionale coordinato è indispensabile.

È tempo di muoversi, per questo Francesco tuona

Come si può mettere fine al meccanismo della violenza nell’est del paese, che va avanti da decenni e ha provocato milioni di morti? Perfino la presenza del contingente più sostanzioso dei caschi blu dell’Onu non ha portato un risultato soddisfacente. Il ruolo del Ruanda è stato ampiamente documentato: il paese limitrofo è accusato di alimentare le violenze, da Kinshasa e sempre più spesso anche dalla comunità internazionale. Ma il Ruanda non è l’unico attore di rilievo. Uno sforzo internazionale coordinato è indispensabile”. Francesco conosce perfettamente le responsabilità di questi massacri a chi devono essere imputati… vogliamo iniziare dal terrorista Macron? Sappiamo che è il maggior movimentatore di rivolte, soprattutto perché ora deve far fronte anche all’entrata in scena della Cina.

Il Papa spera

L’ambizione di Francesco è chiaramente quella di radicare la presenza della chiesa cattolica nel contiene africano. La Repubblica Democratica del Congo rappresenta un caso esemplare: nel paese vivono quasi 40 milioni di cattolici e il Papa riesce a mobilitare più di un milione di persone per ogni evento. La sua azione è preziosa, in quanto riesce ad alzare il livello di guardia contro coloro che vogliono, attraverso imprese economiche e disordini, prendere il controllo totale del continente. Ora la battaglia al Nord è tra Francia, Cina e Russia, anche se la Francia, usando azioni terroristiche, riesce a comandare ancora la zona. Abbiamo lo schieramento russo, francese e olandese nell’Est del paese, mentre la parte Ovest – Nord Ovest è ancora totalmente sotto l’azione terroristica di Macron.

Francesco tuona e crea uno scudo prezioso

Il Papa non ha mezzi termini facendosi portavoce dei popoli africani contro le mire delle potenze africane o extra-africane. Il papa vuole schierare la chiesa dalla parte della gente! Il suo comportamento è palesemente più audace di quello dei leader religiosi del continente, spesso molto più conservatori rispetto al pontefice. Durante il suo viaggio, papa Francesco ha messo in evidenza una delle contraddizioni della nostra epoca: i minerali di cui la transizione ecologica ha assoluto bisogno vengono in gran parte dalla Repubblica Democratica del Congo, dove però la loro estrazione è fonte di conflitti, sfruttamento e avidità. Forse il mondo si deciderà ad ascoltare il papa, prima che questa contraddizione diventi insopportabile.

Lacrime Psichedeliche