Arrestato il reporter del Wsj in Russia, secondo il Cremlino è una spia Usa. Continua il gioco delle parti stile guerra fredda tra Russia e Stati Uniti. La Casa Bianca: “Accuse ridicole, gli americani lascino subito il Paese”. Insomma sembra complicarsi il rapporto tra i porta borse delle due grandi Super potenze.

Arrestato per spionaggio?

Questo è ciò che vogliono far crede, per alcuni tratti sembra una stupida ripicca. “Una spia al servizio degli Usa che raccoglieva informazioni sull’industria militare russa“. Questo è ciò che pensa Mosca di Evan Gershkovich, trentaduenne giornalista americano del Wall Street Journal arrestato dai servizi d’intelligence interni (Fsb) a Ekaterinburg, nella regione degli Urali. Un caso senza precedenti dai tempi dell’Unione Sovietica che piomba come una bomba sulle già tesissime relazioni russo-americane. “Le accuse di spionaggio contro Evan Gershkovich sono ridicole“, ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ribadendo l’invito a tutti gli americani nel Paese a lasciare immediatamente la Russia. La Casa Bianca ha condannato con la massima fermezza l’arresto, affermando che è inaccettabile che il governo russo prenda di mira cittadini americani, invitando tutti i connazionali a lasciare subito la Russia. Gershkovich, figlio di immigrati russi negli Usa e da molti anni impegnato nell’attività giornalistica in Russia, si è dichiarato non colpevole quando è comparso davanti alla Corte del distretto di Lefortovo a Mosca.

Un tribunale stile KGB

Il tribunale al termine di un’udienza a porte chiuse ha deciso di trattenerlo in stato d’arresto almeno fino al 29 maggio, data del processo per spionaggio. Subito dopo l’udienza il giornalista è stato fatto salire su un’auto che lo ha portato in carcere. L’accusa nei suoi confronti può comportare una condanna fino a 20 anni di reclusione. Il Wall Street Journal ha smentito con decisione e sdegno le accuse rivolte a Gershkovich e ne ha chiesto l’immediato rilascio.

Lacrime Psichedeliche