Il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto con effetto immediato lo stop Stop a ChatGPT. Finché non sarà fatta luce sul grado di rispetto della disciplina della privacy, l’app che simula ed elabora le conversazioni umane rimarrà bloccata.
Il Garante per la protezione dei dati protegge i minori?
Questa è una possibile motivazione, accertarsi che i dati dei minori siano protetti. Il Garante ha contestualmente aperto un’istruttoria nei confronti di OpenAI, la società statunitense che ha sviluppato la piattaforma. Nel provvedimento, si rileva la mancanza di una informativa agli utenti e a tutti gli interessati sul modo in cui i dati vengono raccolti e utilizzati. Ma la questione che più preoccupa è l’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali. La società ha ora 20 giorni per rispondere ai rilievi dell’Authority. Rischia una multa da 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato globale annuo. Il Garante riferisce che, le informazioni fornite da ChatGPT, non sempre corrispondono al dato reale, determinando quindi un trattamento di dati personali inesatto. Lo scorso 20 marzo la società aveva subito una perdita di dati (data breach) riguardanti le conversazioni degli utenti e le informazioni relative al pagamento degli abbonati al servizio a pagamento. OpenAI non consente di utilizzare il servizio ai minori di 13 anni, ma secondo il Garante, i filtri per verificare l’età non sono sufficienti.
Una tutela a 360 gradi
“Ciò vuol dire che i minori sono esposti a risposte che non sono considerate idonee alla fascia anagrafica. La società ha ora 20 giorni per comunicare le misure che intende intraprendere. In caso contrario, le verrà comminata una multa di 20 milioni di euro, o fino al 4% del fatturato globale annuo“. Così riferisce in una nota il Garante. L’azione più immediata è sicuramente quella di tutelare i minori esposti a pericoli mediatici. E’ un provvedimento che tende ad essere più rapido possibile e senza tralasciare nulla al caso.
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