Sono una scrittrice, un giornalista… certo. Ma ancor prima sono una lettrice accanita. Adoro i temi attuali e umanistici che non celano mai l’importanza della vita stessa, ponendola al centro universale di leggi cosmiche e naturali. “Turno di parola” oltre ad essere un libro di dieci racconti, è l’insegnamento al rispetto della vita.
Come ho conosciuto il libro “Turno di parola”?
Tanti sono i reparti di Terapia Intensiva Pediatrica, tanti sono i battiti che si fondono e confondo in quei corridoi, nelle sale di attesa. Un’attesa che pare essere eterna per coloro che ci passano in prima persona: sia da medici che da pazienti. Ce li raccontano tutti i giorni della settimana indossando quel camice e vestendosi di dubbi e di paure, di responsabilità e di ardore. Ancor prima di una divisa che innesca la divisione primordiale medico-paziente, c’è l’essere umano che lotta per donare ai bambini ancora una vita, ancora un’opportunità … ancora un “turno di parola”. Ahimé… non sempre la magnanimità di chi ce la mette tutta è sufficiente a scardinare le radici di una malattia infame, l’insorgenza di complicazioni e l’interruttore che ormai, non può più avere la funzione di accendersi.
La vita come opportunità di donare e donarsi
In quest’opera è giusto soffermarsi sul tema della donazione. Una donazione che nasce spirituale e che innesca meccanismi fisici al fine di ricostruire tutti i tasselli di un puzzle. Non intendo semplicemente una donazione di tipo medico, di organi e ciò che ne è annesso. Sto parlando di ciò che, purtroppo, non caratterizza più la nostra società: il darsi alla vita. La completa consapevolezza di ciò che sarà il dolore di chi dovrà affrontare un percorso difficile, talvolta improbabile e spesso, impossibile a fianco di un paziente. Paziente che non avrà la certezza di crescere e divenire adulto, di costruire una vita propria e di realizzarsi. Faccio estremamente fatica a scrivere questo articolo, con le lacrime agli occhi dei fatti riportati, di quelli visti in prima persona, dei tanti che, con amarezza, dovranno ancora arrivare.
Un ringraziamento speciale…
Non vi riporterò né una trama accurata, né un resoconto della storia. Questo è un libro che merita di essere comprato, letto e soprattutto assimilato. Il testo è a cura della psicologa, psicoterapeuta Giorgia Cannizzaro e del medico anestesista-rianimatore Cinzia Montani. Conosco personalmente Cinzia, ho avuto davvero la fortuna di conoscerla e vederla è sempre una gioia. Una donna determinata a sopportare grandi responsabilità nella sua vita, sempre pronta a sorridere. Un sorriso che non permette l’indifferenza di nessuno: sprigiona energia positiva tanto da incantare uno sguardo, nella fattispecie, il mio… e chi mi conosce, sa quanto tutto ciò, richieda una bontà d’animo fuori al comune.
