Elly Schlein e Giorgia Meloni dovrebbero smetterla si andare in tv a proclamare crescite esponenziali e vittorie oltre misura. Questa tornata elettorale vede solo una grande novità: mai un bacino di votanti così basso.

Elly Schlein e Giorgia Meloni e la falsa vittoria

Mentre Marco Travaglio, che si è sempre vantato di essere la mente strategica dei 5 Stelle, per l’ennesima volta, prende le distanze dal movimento, affibbiano la responsabilità per l’ultimo default a Conte, da quest’altra parte le due della politica italiana si contendono la vittoria. A colpi di: “siamo cresciuti, è aumentato il numero dei nostri elettori”, giocano indegnamente con la buona fede delle persone, ora vi dico come realmente è andata. La Schlein ha poco da ridere, da quando è arrivata al Pd ha messo insieme un misero bottino: 300.000 votanti in più quindi, potremmo dire, che il suo impatto se non negativo è abbastanza ininfluente e non serve la chitarra da centro sociale 2.0 per riaprire le bare del partito.

La Giorgia mediatica

La Giorgia non cantante canta comunque una vittoria a dir poco da rivalutare in termini di numeri, ad entrambe dico: “Affermate gratuitamente delle cose estremamente imprecise. La vostra crescita è dovuta soltanto ad un affossamento del numero dei votanti, mai così pochi nella storia. Potremmo dire che forse l’unica vera vittoria è quella di Fratoianni e Co., cresciti in modo autorevole, portano un certo tipo di sinistra a farsi sentire nuovamente. C’è poco da ridere nelle pseudo vittorie di Pd e FdI anzi, vorrei dire ad entrambe di fare molta attenzione ai prossimi ballottaggi e vedere da quel dato come si sposterà la politica interna.

Elly Schlein e Giorgia Meloni e il lato 5 Stelle

Dal lato 5 Stelle siamo alle solite. Marco Travaglio, bravissimo giornalista, si è sempre vantato di essere lo stratega del movimento, suggerendo apertamente atteggiamenti e idee politiche. Purtroppo però, la sua azione intellettuale in questi anni, non ha fatto che scoppiare illustri personaggi. L’ultima è proprio data dal post elettorale, accusando Conte di non aver fatto i compiti a casa. Il Movimento si è mosso su sua immagine negli ultimi tempi, con un Grillo sempre meno grillino, il signore del Fatto ha tentato di guidare strategicamente un Movimento ormai al delirio, ormai alla ricostruzione, ormai alla disunione. Quello che abbiamo visto in questo turno elettorale è la vittoria del disgusto degli italiani che, con tanta tranquillità hanno rinunciato a farsi prendere in giro.

Lacrime Psichedeliche