Re Woody a Venezia: “La cancel culture è una sciocchezza”. I nostri reporter Code e Alberico Bortolin hanno immortalato il grande Woody Allen apparso sempre più in forma e pronto a lanciare frecciatine.

Re Woody all’attacco?

Il grande Allen attacca la cancel culture operata nei suoi confronti negli ultimi anni. Il Festival di Venezia ’23 è l’occasione giusta per mettere le cose in chiaro. Woody Allen, arrivato per presentare il suo ultimo film Coup de Chance, chiarisce il suo attacco contro la sua cultura e la sua arte, ovviamente tutto collegato agli scandali del passato.

La verità del Re Woody

La mia reazione è sempre la stessa. La vicenda è stata indagata da due importanti organi investigativi, non persone. Entrambi, dopo lunghe e dettagliate indagini, hanno concluso che queste accuse erano infondate, proprio come ho scritto nel mio libro ‘A proposito di niente’. Non c’era niente di vero. Il fatto che la questione continui a persistere mi fa sempre pensare che forse, alle persone, piace l’idea che si continui a discuterne. Forse c’è qualcosa che attrae le persone. Perché? Non so cosa si possa fare oltre a indagarla, cosa che è stata fatta in modo meticoloso. Una delle indagini è durata quasi un anno e l’altra molti mesi, hanno parlato con tutte le persone coinvolte ed entrambe sono giunte alla stessa conclusione“.

Adoro Allen!

Il grande regista ha ragione! A indagini concluse da moltissimo tempo, non vedo la necessità, da parti di alcuni venditori di fumo, di attaccare una delle più importanti visioni cinematografiche e culturali della storia. Infine, Woody Allen ha concluso affermando di non sentirsi affatto “cancellato” da Hollywood: “È tutto così sciocco. Non ci penso. Non so cosa significhi essere cancellato. Quello che so è che nel corso degli anni è rimasto tutto invariato per me. Faccio ancora i miei film. Ciò che è cambiato è la presentazione che viene fatta dei miei film. La mia routine è rimasta più o meno la stessa”.

Lo stallo cinematografico

Scrivo la sceneggiatura, cerco i finanziatori, giro il film, lo monto e qualcuno lo distribuisce. La differenza non deriva dalla cancel culture, ma dal modo in cui vengono presentati i film. Ho così tante idee per i film che sarei tentato di farne ancora, se fosse facile procurarsi i finanziamenti. Ma al di là di questo, non so se ho la stessa voglia di andare la fuori e passare tempo a raccogliere fondi. Se qualcuno uscisse dall’ombra per dirmi ‘Ti darò io i soldi per fare il tuo prossimo film’ sarebbe sicuramente un fattore determinante per continuare“. Insomma, come il Festival di Venezia anche il maestro è più in forma che mai.

Lacrime Psichedeliche