La protesta degli agricoltori apre lo scontro con il governo centrale europeo. La resa dei conti del popolo sembra aver iniziato la sua marcia decisa e ad ogni costo. Sono partiti dalla Germania, poi hanno acceso i loro trattori in Francia e anche se i media italiani, soprattutto quelli affiliati al potere sembrano tacere, anche i nostri si sono messi in moto e cominciano ad urlare al rombo del loro motore.

Protesta degli agricoltori: siamo a redde rationem?

Lo siamo e come! Dopo il tonfo della Meloni nel question time in parlamento, totalmente asfaltata prima da Conte e poi demolita da Elly Schlein, sembra arrivato il tempo dell’urlo dei lavoratori esausti di tagli e proiezioni negative. Abbiamo ormai capito, visto i documenti presentati, che questo governicchio deve riparare gli errori o orrori dei suoi governi precedenti, e a quanto pare, il problema non sembra nascere dall’azione dei governi di centro sinistra e 5S, bensì da quei governi in cui la Meloni era Ministro dei pasticciacci. Dall’Emilia-Romagna, alla Sicilia, passando per l’Umbria e l’Abruzzo, gli agricoltori italiani continuano a scendere in strada con i loro trattori, mentre le proteste vanno avanti anche il Germania e Francia.

Un solo popolo e una sola anima

Allora mi chiedo e chiedo al popolo italiano: sarà arrivato il momento, ognuno a proprio modo, di dar sostegno ai nostri agricoltori? Vorrei ricordarvi che se vanno a fondo loro, non solo vanno in vacca le nostre tavole, ma anche un indotto di 500 miliardi. La mobilitazione, già iniziata nei giorni scorsi, accusa ragionevolmente le politiche agricole dell’Unione europea. Tra le richieste: “Sussidi, prezzi all’ingrosso da rivedere, no alla carne sintetica, no alle cavallette come cibo, no agli impianti fotovoltaici sui terreni produttivi”. I coltivatori di grano e mais, sono furiosi con le nuove regole comunitarie: da quest’anno scatta l’obbligo di tenere incolto il 4% dei terreni seminati sopra i 10 ettari.

Ma c’è anche la questione dei prezzi a preoccupare. Ma la maggior parte dei media di potere sembra addirittura schernire i nostri agricoltori, usando un linguaggio superficiale e canzonatorio, purtroppo non sono colti dalla vergogna. Prima di ogni altra cosa bisogna ricordarsi che la stampa deve essere libera, ma non libera per chi la possiede. Amici e colleghi giornalisti, qualcuno di voi ha dimenticato la Carta di Venezia?

Protesta degli agricoltori e governicchio

In commissione Agricoltura alla Camera c’è un progetto di legge che modifica il decreto legislativo del 2021 contro le pratiche sleali: introdotto un costo di produzione di cui deve tenere conto il prezzo di vendita. “Il problema è che ancora non si è visto niente” è la denuncia degli agricoltori. A loro arrivano spiccioli, mentre il consumatore paga salato. Le altre questioni da combattere: la cosiddetta carne sintetica e i cibi a base cellulare, su cui l’Italia, Francia, Austria e altri 9 paesi hanno chiesto una moratoria di 12 mesi all’Unione.

Le farine di insetti, l’aumento vertiginosi dei costi dei mutui, il costo dei carburanti, e le tasse: la legge di bilancio reintroduce l’Irpef agricola continuando con tagli esasperati, allora l’altra domanda è: dove sono finiti i soldi del PNRR? Non saranno mica finiti nelle casse degli imprenditori privati, per una privatizzazione a favore degli amici del governo? Intendo quelli con i soldi.

E in Italia?

In Umbria, da questa mattina, gli agricoltori con i loro trattori sfilano sulle strade alle porte di Assisi: sono pronti a combattere insieme ai fratelli francesi e tedeschi. La manifestazione si svolge in modo ordinato. In Abruzzo, nella parte di Chieti, i nostri trattori sono arrivati in massa. Gli agricoltori sarebbero arrivati da diverse località dell’area frentana e sono fermi ai margini della provinciale 154. Un vero e proprio meraviglioso corteo. Una lunga fila di mezzi agricoli resta in sosta ai margini della strada per Casalbordino, dall’uscita della stazione autostradale della A14 Bologna-Taranto se ne contano moltissimi. Trattori in fila indiana anche fuori dal casello autostradale di Pratola Peligna, in valle Peligna, nell’Aquilano.

La protesta degli agricoltori nel Lazio, Sicilia e Toscana

In fila, meravigliosamente in fila anche nel Lazio, il Comitato agricoltori traditi, accompagna molti mezzi da lavoro fra furgoni e trattori. Dall’Emilia-Romagna, alla Sicilia, passando per l’Umbria e l’Abruzzo, gli agricoltori italiani continuano a scendere in strada con i loro trattori mentre le proteste vanno avanti anche il Germania e Francia. 

Palermo alza la voce

Da Palermo gridano: “La Sicilia alza la voce nell’assordante silenzio della politica e delle organizzazioni sindacali. Siamo scesi per le strade per legittima difesa, per non mangiare farina di grilli, carne sintetica, vino zuccherato, ortaggi provenienti dal nord Africa coltivati con prodotti fitosanitari tossici. La Sicilia alza la voce per denunciare lo stato di crisi del comparto agricolo e delle partite iva, per denunciare la mancanza di interesse della politica di fronte a questa immane crisi economica che ha portato all’ emigrazione di 800.000 giovani negli ultimi due anni”.

A Lucca corteo di trattori contro green deal Ue e cibo sintetico

Anche qui innumerevoli trattori e mezzi agricoli sfilato da questa mattina da Capannori a Lucca per protestare contro il green deal e chiedere tutele per l’avvento del cibo sintetico. Dopo il raduno davanti al palazzo municipale di Capannori (Lucca) la manifestazione ha attraversato la Piana lucchese fino al casello autostradale del Frizzone, e poi lungo la via pesciatina, fino a Lucca. Gli agricoltori lucchesi hanno trovato la solidarietà della cittadinanza. Sui trattori solo bandiere italiane e alcuni cartelli: “Europa assassina”, “l’agricoltura sta morendo”, “Salviamo il nostro cibo”.

Detto questo, fratelli e sorelle del tricolore, non è arrivata l’ora di muoversi? Sta morendo tutto: agricoltura, sanità, lavoro, la politica stessa. L’Europa ha fallito, questo governo sta fallendo… l’Italia sta morendo e tra poco a scomparire saranno i vostri conti in banca e le vostre case.

Lacrime Psichedeliche