La caduta degli dei del rock si è concretizzata? Da musicista 54enne ritengo che la decadenza dei grandi maestri del rock, sia arrivata… ci basta quello che avete già fatto, lasciateci la gioia di riascoltare i vostri capolavori e non i vostri testamenti.

La caduta degli dei del rock?

Continuano a suonare e fare album in studio, ma non basta più! Gli album che producono sono fotocopie sbiadite di quelli già prodotti. Knopfler, Rolling Stones, Bruce Springsteen, Roger Waters e molti altri, continuano a produrre album senza senso. Nostalgiche rivisitazione di loro stessi, come le storielle che i nonni un po’ alticci, raccontano la domenica a pranzo, con il sorrisetto dei familiari, divertiti dalla millesima rivisitazione di una storia raccontata e raccontata ancora.

Waters: stati di allucinazione venuta male

Prendiamo come esempio l’ultimo imbarazzante lavoro di Roger Waters: The Dark Side Of The Moon Redux, una bestemmia sul capolavoro dei Pink Floyd, in cui il vecchio nostalgico bassista, rivendica la sua paternità attraverso una prestazione assurda e irriverente. L’assurdità dimostrata è tipica di chi cerca, attraverso una rivisitazione surreale, di rimanere o far credere di essere (artisticamente) ancora sano di mente.

I Rolling Stones, invece di andarsene in giro a fare live milionari e meravigliosi, cosa si mettono a fare? Album in studio, la copia di loro stessi riuscita male e invecchiata peggio. Ovviamente, anche la prestazione live non è più la stessa, ma almeno, attraverso i loro storici riff, riescono ancora a farti ballare, ma album in studio non più grazie… geriatria chiuse dopo la cena delle 18.00

Tanti altri a farci piangere di rimpianti

E’ assurdo pensare che Mark Knopfler stia ripresentando un lavoro fotocopiato dagli album precedenti. Mi domando se l’ex leggenda della chitarra non faccia bene, come del resto i Rolling Stones, ad abbandonare il lavoro in studio per dedicarsi ai live molto più sensati. Ma il problema per lui è leggermente diverso rispetto agli Stones che ripropongono in concerto la loro storia fatta di riff, se a Knopfler gli togli gli straordinari assoli che faceva un tempo, ( visto che non riesce quasi a farne neanche più uno semplice), e gli fai suonare l’insieme dei suoi cavalli di battaglia solista, alla fine, dopo due ore di live ti viene l’orchite. Infatti il pubblico, anche con un decimo della bellezza e capacità degli assoli di un tempo, si esalta soltanto con Romeo and Juliet, Telegraph road o Sultans of swing (anche se ormai gli assoli sono quasi basici e inascoltabili, pieni di errori e troppiature).

Non oso pensare a Springsteen…

Due album di una banalità e di una tristezza estrema. La malinconia depressa del Boss all’ennesima potenza. Gli album sono una melassa ribollita duecento volte, quasi da suicidio discografico. Letter to you è un suicidio di note, di una pallosità oltre misura. Ma dico io, caro Boss, ogni volta che fai un live vengono minimo centomila persone, ma perché non ti dedichi solo a quello che ti viene da dio? No, lui no! Deve sfornare due album da cercarti posto al cimitero e dormirci una settimana, così hai tempo per sondare interiormente il mistero della rottura di gabbasisi. La realtà sapete quale è? La realtà ormai è che questi non hanno più nulla da dire e i ragazzi di oggi ovviamente meno di loro. Ad esame fatto, la musica più moderna del mondo rimane il blues e il jazz, almeno la loro voglia di espressività interpretativa, legata all’improvvisazione, ancora lascia dei margini di sconfinamento. Insomma: strofa, ritornello, strofa, ritornello, bridge, ritornello… ha rotto e strarotto, soprattutto se sentita milioni di volte.

Dammi una lametta che mi taglio le vene…

Lacrime Psichedeliche