La Nazione Europa è chiamata, in questo tempo di guerre ed economie trasversali, a identificarsi come elemento indipendente, in uno scenario di politica internazionale in evoluzione.

La Nazione Europa chiamata ad identificarsi nazione?

Non ci si può più nascondere, l’Europa deve diventare grande. Ha usufruito per circa settant’anni del dominio politico ed economico degli USA, permettendosi anche lo sgradevolissimo lusso di giudicare come questo aiuto le venisse concesso. Ha chiesto: copertura militare, copertura economica e aiuto contro un dominio dall’Est. Ma come dicevo prima, anche se questo aiuto non gli è mai stato negato, si è sempre concessa il lusso di giudicare anche il modo in cui sia stata liberata dal nazi-fascismo. Oggi, l’insieme delle Nazioni che costituiscono l’UE è chiamato a diventare grande, prendendosi, non solo le necessarie responsabilità economiche e politiche, ma anche quelle militari.

Come e quando?

Ogni Stato membro della comunità europea, ha l’obbligo di esporsi militarmente, guardiamo il caso Italia, diventata partner fondamentale e responsabile delle prossime operazioni in assetto da guerra, perché parliamoci chiaramente è di questo che stiamo parlando: guerra. Gli Houthi lanciano la minaccia all’Italia, invitandola calorosamente a non partecipare alle operazioni, in caso contrario, l’Italia diverrebbe un obbiettivo strategico. Anche se questa minaccia si concretizzasse (ma lo dubito) è necessario stabilire una logica: l’Italia, negli ultimi 70 anni ha mangiato pane americano, talvolta lamentandosi della qualità più che la quantità. Quindi il suo coinvolgimento diretto è, per ogni forma di logica, necessario a stabilire la sua parte di indipendenza, appunto dagli USA, attraverso un impegno strategico comunitario.

La Nazione Europa chiamata ad identificarsi nazione?

Perché continuo a ribattere sul tema: indipendenza europea? Perché è da qualche anno che i segnali, soprattutto quelli che arrivano dalla Francia, parlano di una necessità di sviluppare un’autodifesa europea in campo militare. La situazione è paradossale, la Russia, attraverso l’allargamento della NATO è sempre più vicina ai veri confini militari europei. La guerra con l’Ucraina, apre uno scenario nuovo, la Russia vincendo entrerebbe nelle linee NATO, quelle linee di cui il possibile nuovo Presidente Trump, ha dimostrato più volte disinteresse.

A cosa lavorò Trump?

Non dimentichiamo che Trump ha lavorato, anche se per in un mandato complicato, quasi interamente per fortificare l’economia interna, anche a spese di quella estera. Ma non soprattutto va ricordato, il suo estremo impegno ad abbattere le condizioni di conflitto, dedicandosi a una normalizzazione arabo – israeliana, che già al tempo aveva aperto scenari geopolitici impensabili fino a pochi anni prima, pensiamo strategicamente come potrebbe essere ora e a quale nuovo teatro politico aprirebbe.

Lo stravolgimento NATO

Quindi la mia domanda diviene: Donald Trump, se dovesse essere nuovamente Presidente, dedicherebbe tempo alla NATO e all’Europa? O proseguirebbe il suo piano strategico relativo a una normalizzazione geopolitica nuova? Io opto per la secondo ipotesi. Proprio per questo motivo e in questo tempo, l’Europa è già chiamata a prendersi delle responsabilità strategiche in campo militare. Se la Russia dovesse vincere la sua guerra con l’Ucraina, non credo che bussando alle porte dell’Europa troverebbe Trump sull’uscio. Con il magnate statunitense come Presidente è molto probabile un abbattimento d’interesse verso la NATO, ma anche verso le necessità economiche europee, quindi, Macron ha ragione di tanto in tanto a ricordare la necessità di avere un esercito comunitario, senza doversi rifugiare sempre nel gilet di zio Sam.

Lacrime Psichedeliche