Frodi e irregolarità al voto, cosa si nasconde dietro le elezioni in Serbia? Russia e Cina tifano per il presidente Vucic in chiave anti-Ue.

Cosa si nasconde dietro le elezioni in Serbia?

Le elezioni in Serbia hanno dato vita a una serie di proteste che ha messo in discussione la regolarità del voto. Le consultazioni si sono concluse con la netta vittoria del Partito Progressista Serbo, la formazione conservatrice di cui è membro il presidente Aleksandar Vucic. Il Capo di Stato, già primo ministro tra il 2014 ed il 2017, è al potere da quasi dieci anni e ha mantenuto buone relazioni tanto con la Federazione Russa quanto con l’Unione europea. I partiti politici dell’opposizione e gli osservatori indipendenti hanno dichiarato che le recenti consultazioni sono state macchiate da frodi e gravi irregolarità. Queste accuse che hanno spinto migliaia di persone a scendere in piazza.

Manifestanti per la chiarezza

La difficoltà di gestire con chiarezza libere elezioni è ancora al centro di queste terre ancora sconsacrate per la democrazia. La capitale Belgrado, dove una vittoria del fronte anti-Vucic sembrava imminente, è stata teatro delle contestazioni più significative, di blocchi stradali ma anche di scontri con la polizia e di 38 arresti. I rappresentanti di Serbia contro la Violenza, la principale alleanza delle opposizioni, non intendono riconoscere i risultati elettorali. Questo crea anche un precedente verso le nazioni europee, con l’eccezione dell’Ungheria. A congratularsi sono state soltanto: Russia e Cina che potrebbero sfruttare la situazione per allontanare Belgrado da Bruxelles. La stabilizzazione dei rapporti Serbia Bruxelles non è ben vista dai due colossi asiatici, che ovviamente, fanno di tutto per tenersela stretta.

Lacrime Psichedeliche