Spazi online come mezzo anti disuguaglianze? Trovo interessante la riflessione su un contesto simile, il punto è che spesso, questa possibilità non è reale.

Spazi online come mezzo anti disuguaglianze?

Sono d’accordo con la teoria che afferma: “c’è un mondo digitale che ci gira intorno e che spesso confonde i confini tra on line e on life“. La domanda è se questo confine possa influenzare anche scelte amministrative, politiche e addirittura religiose. In Italia, il 78,3% di bambini tra gli 11 e i 13 anni utilizza internet tutti i giorni e lo fa soprattutto attraverso lo smartphone. Si abbassa sempre di più l’età in cui si possiede o utilizza uno smartphone, con un aumento significativo di bambini tra i 6 e i 10 anni che usano il cellulare tutti i giorni dopo la pandemia. Ma la domanda da è: il mondo digitale, i social, il mondo del web in generale, può abbattere le differenze e gli spazi confinanti? Abbiamo molte barriere architettoniche in questo paese, ma purtroppo non sono soltanto fisiche.

Il confine morale e sociale?

Il confine a cui mi riferisco è più sociale che morale. Abbiamo notato che la società a cui apparteniamo, tende sempre ad essere più inclusiva, ma questo può essere un dato solo teorico? Il mondo virtuale fornisce: bullismo, revenge porn, truffe e ricatti di ogni genere, oltre alle ormai famose fake news, ma allora dove è questo abbattimento delle disuguaglianze? Dal mio punto di vista è soltanto teorico, nel privato chi fa parte di una minoranza, viene comunque bombardato con violenza.

Spazi online disuguali

Ma se pensiamo al dato culturale, l’attività online è ancora lontana dall’essere una cura per le parità. Nonostante tutto l’impiego diffuso, nella mappa europea sulle competenze digitali dei 16-19enni, l’Italia si posiziona quart’ultima. La quota di giovanissimi con scarse o nessuna competenza è del 42%, contro una media europea del 31%. Il dato medio italiano nasconde ampi divari territoriali, con il Sud che ha oltre la metà dei ragazzi con scarse o nessuna competenza (52%) e il Nord e il Centro più vicini ai valori medi europei (34% e 39%). La cultura nasconde il segreto della comunicazione e dello sviluppo? Forse, ma dobbiamo ancora realmente comprendere, quanto questi dati, possano influire sulle future barriere sociali. Anche la politica e la religione sono ormai territori guidati dai social, ma sembra sempre più un atto dovuto, un tentativo per abbattere la negligenza culturale che spesso è propria del popolo italiano. Abbiamo ancora molta strada da fare?

Lacrime Psichedeliche