Assassinio a Venezia è di per se un capolavoro, ma Kenneth Branagh è uno di quei registi che quando toccano un remake lo trasformano in un’opera unica, oltre ad essere un attore immenso.

Assassinio a Venezia e l’autorevolezza di Branagh

Titolo originale: A Haunting in Venice, l’ultimo lavoro di Kenneth Branagh, porta ancora una volta sul grande schermo, un adattamento di un romanzo di Agatha Christie, dopo Assassinio sull’Orient Express (2017) e Assassinio sul Nilo (2021). Stavolta il testo di riferimento è Poirot e la strage degli innocenti (1969), anche se stavolta il materiale di partenza è stato stravolto completamente con solo pochi accenni e dettagli legati strettamente al libro di riferimento. Un progetto, che, a quanto pare, sta piacendo molto a pubblico e critica, a tal punto che alcuni sostengono che sia effettivamente il migliore della trilogia. Insomma, Branagh non si smentisce mai. C’è da considerare che gli altri due precedenti erano straordinari. Se penso a una delle ultime scene de Assassinio sull’Orient Express, mi viene in mente come Branagh sia capace di immaginare fotografie uniche.

I dati interessanti

Mentre Assassinio a Venezia sta piano piano dominando le classifiche in tutto il mondo, ecco che Screen Rant riporta un dato molto particolare. Se infatti andate a vedere direttamente su Rotten Tomatoes, vi accorgerete che, a differenza degli altri due capitoli, che hanno ottenuto entrambi un punteggio di 61%, questo altro film va molto oltre, collocandosi ad un traguardo di 81%. Ricordiamo che tale dato numerico indica che l’ottanta percento della critica ha assegnato al film un voto superiore alla sufficienza. Che dire? Un elemento sicuramente importante che certifica un salto di qualità notevole, anche se questi punteggi hanno sempre delle variazioni nel corso del tempo.

Lacrime Psichedeliche