Perché l’ivermectina doveva essere distrutta? Perché il solito intrigo tra industria farmaceutica e politica prendesse nuovamente vita. Una colossale truffa combinata dal valore di 200 miliardi di dollari. Del resto, politica e industria farmaceutica sanno veramente come gestire questi inganni.

Ivermectina: perché doveva essere distrutta?

L’ivermectina è spesso riconosciuta, dopo la penicillina, il medicinale di maggiore e importante impatto sulla salute umana, ma allora perché tentare di distruggerla? La sua scoperta ha vinto il Premio Nobel nel 2015. Ma la sua esistenza minacciava un’impresa di vaccini da 200 miliardi di dollari. Affinché la FDA possa rilasciare un EUA, non deve esistere un prodotto candidato alternativo adeguato, approvato e disponibile per la diagnosi, la prevenzione o il trattamento della malattia o condizione. “Hanno dovuto distruggere l’ivermectina e l’idrossiclorochina e screditarle. Hanno dovuto dire a tutti che non erano efficaci. Perché se avessero riconosciuto la loro efficacia su qualcuno, l’intera impresa di vaccini da 200 miliardi di dollari sarebbe crollata”.  Queste sono parole della F.E.U. Federal Emergency Use. Non possiamo rivelare il nome della casa farmaceutica, perché l’intrigo coinvolge tutta la struttura della Big Pharma. Miliardi immessi sul tavolo dei vaccini, ma non stiamo parlando del vaccino anti Covid, bensì di tutta la struttura dei vaccini, che vengono utilizzati al posto dell’Ivermectina.

A cosa serve l’Ivermectina?

L’Ivermectina è utilizzata per trattare la strongiloidosi causata dal nematode Strongyloides stercoralis e per tenere sotto controllo l’oncocercosi causata dal nematode Onchocerca volvulus. A volte trova impiego anche per trattare altre parassitosi, incluse pediculosi e scabbia. E cioè? La strongiloidosi è l’infestazione da Strongyloides stercoralis (è un verme parassita nematode molto piccolo in grado di infestare l’uomo e altri animali penetrando nella cute intatta. Possiede un esofago capillare e si nutre dei fluidi dell’animale ospite). I reperti comprendono dolore addominale e diarrea, rash cutaneo, sintomi polmonari (tra cui tosse e dispnea), ed eosinofilia. La diagnosi si basa sul riscontro delle larve nelle feci o nel contenuto dell’intestino tenue o occasionalmente nell’espettorato attraverso il riscontro di anticorpi nel sangue. La terapia è a base di ivermectina o albendazolo. L’oncocercosi è un’infezione da filaria, sono responsabili della trasmissione dei così detti vermi. I sintomi sono rappresentati da noduli sottocutanei, prurito, dermatite, adenopatia, atrofia e cicatrici della pelle e lesioni oculari che possono portare alla cecità. La diagnosi si basa sul rinvenimento delle microfilarie in campioni di cute, nella cornea, o nella camera anteriore dell’occhio. La terapia si basa sull’ivermectina.

Perché doveva essere distrutta?

Le riserve farmacologiche accumulate da Big Pharma non consentono di immettere questo antagonista sul mercato, altrimenti, come già accaduto per la chemio terapia, si rischierebbe, se venissero immesse sul mercato nuove cure, la perdita di miliardi di dollari. Sappiamo, anche se rimane una controversia irrisolta, che esistono vaccini o cure per l’80% dei tumori. Feci questa inchiesta già nella metà degli anni ’90, quando l’allora presidente di Farma Industria, durante una conversazione amichevole in un luogo amichevole per entrambi, si lasciò sfuggire questo dato, ma soprattutto che da ex sindacalista, passò alla controparte affinché la sua voce fosse taciuta. Non c’è motivo di ritirare fuori certi argomenti, ma il modus operandi è sempre lo stesso. Se ci sono magazzini pieni di Penicillina, perché buttare via miliardi di dollari per immettere sul mercato, un antagonista a basso costo e ugualmente efficace? La domanda è nel dato a cui ho fatto riferimento: perché immettere nuove cure o vaccini per i tumori, se sono pieni i magazzini di chemio? La realtà è morta nel fatto che pochi di voi si fanno queste domande.

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