L’archistar Massimiliano Fuksas dilaga con la sua incoerenza post artistica. La pop star degli architetti regala la sua incoerenza alla stampa definendo la non vittoria di Roma nella corsa all’Expo 2030, una non sconfitta, ma sono i motivi con cui giustifica tale dichiarazione ad essere incoerenti e ridicoli.

Massimiliano Fuksas il dialogatore post artistico?

Forse qualcuno si chiederà perché insisto con queto “post artistico”. Il punto è che il soggetto in questione – ha smesso di essere un architetto da tanto tempo, cercando, secondo me con scarsissimo successo, di trasformare l’architettura in un movimento post artistico, cioè, il tentativo bizzarro, di bypassare l’esemplarità delle strutture coerenti, a favore di strutture che uccidono il concetto di buon gusto e armonia. La pop star degli architetti afferma: “A Roma le persone muoiono sotto gli alberi e non c’è una metro, non si può chiedere agli altri di finanziarci il futuro. Non è stata una sconfitta, come quando perdi al tie break contro Djokovic. La vicenda di Roma in gara per Expo 2030 è stata un’altra cosa. È difficile dirlo. È proprio l’impostazione che non ha funzionato. Mi viene in mente il Marchese del Grillo, nel senso di pensare ‘Roma è Roma, e voi non siete nulla’“. Caro Fuffas Roma è Roma e gli altri non sono un… ma questo deve intendersi ‘Roma come Italia’.

Lo straparlare di Fuffas

Se Roma non deve pretendere nulla dagli altri, perché ci sono persone che muoiono sotto agli alberi e non c’è una metro adeguata, la stessa cosa o forse anche di più, vale per le sue istallazioni incoerenti e di dubbio gusto. Questo soggetto ha preso soldi anche dai morti, per costruire le sue inutilità e si permette di dare lezioni di morale ed economia? Probabilmente, caro Fuffas, re delle nuvole irrisolte, per Roma è stata e come una sconfitta. Soprattutto per quella gente che muore sotto gli alberi. Forse, ma dico forse, visto che anche Gualtieri non sembra starci completamente dentro, quella gente avrebbe visto: aree riqualificate, centri di accoglienza efficienti e magari costruzione di alloggi per quelli che, come dice lei, muoiono sotto gli alberi. In tutto questo ci sarebbe probabilmente rientrata, anche la costruzione o almeno l’inizio di costruzione della metro D. Ma a quanto pare, il progetto del ramo D è momentaneamente bloccato. Forse perché chi lo ha progettato pensava anche ad un gettito importante che veniva per l’Expo 2030? Caro Massimiliano Fuffas quando le sue nuvole avranno un senso compiuto, riparleremo di ciò che è utile per questa città e per la sua gente. Fino a quel momento, spero che sindaci di qualsiasi colore politico, non le diano il permesso di continuare a stuprare Roma.

Lacrime Psichedeliche