Che il nostro amatissimo re Bergoglio avesse un occhio attento puntato sul territorio asiatico ne avevamo parlato già in passato. L’idea è che il nostro Papa voglia pianificare una serie di interventi importanti riguardo al dialogo già aperto.

Re Bergoglio punta all’Asia?

Molti attribuiscono il suo interesse al continente rosso e giallo, al numero importante di fedeli o potenziali tali che l’Asia possa fornire. In parte sono d’accordo, in parte la ritengo una bufala da giornaletto scandalistico. L’attività ecumenica o semplicemente politica, che il Papa sta svolgendo attraverso le sue conversazioni dall’Angelus, potrebbero soltanto essere il tentativo di un allargamento della sua missione anti bellica e alla ricerca di un piano di stabilizzazione economica. Non dimentichiamo che la funzione principale del pontefice è evangelizzare e disinnescare. “Sono stato nel cuore dell’Asia e mi ha fatto bene. Fa bene entrare in dialogo con quel grande continente, coglierne i messaggi, conoscerne la sapienza, il modo di guardare le cose, di abbracciare il tempo e lo spazio”. Quello che molti giornaletti non comprendono è che il Papa parla il cattolicese, una lingua che nasconde insidie e programmi diversi da quelli strutturati da normalissime menti.

Ma cosa dice il Papa? Ora traduco!

Sono stato nel cuore dell’Asia e mi ha fatto bene” = “Sono anni che pianifico e sviluppo il mio dialogo di apertura con gli asiatici ed è una crescita spirituale e politica”. “Fa bene entrare in dialogo con quel grande continente”. = “Non si può averlo come nemico spirituale ed economico”. “Coglierne i messaggi, conoscerne la sapienza, il modo di guardare le cose, di abbracciare il tempo e lo spazio”. = “L’ateismo può essere terreno di confronto politico, ma soprattutto non lo si può avere come nemico economico. La storia della Cina deve essere considerata come terreno di scambio e dialogo mai disappunto e chiusura”. Per comprendere il Papa bisogna saper comprendere e parlare il cattolicese.

Re Bergoglio oltre cortina

In questo discorso il Papa non si pone come boyscout dei voti spirituali asiatici, bensì ricerca quella fiammella di dialogo che consentirebbe scambi umani ed economici oltre il confine della divisione. Ricordiamoci che la Cina è l’unica congregazione episcopale a scegliere in autonomia i suoi nuovi cardinali… questo vi dovrebbe far riflettere.

Lacrime Psichedeliche