Il film di Paola Cortellesi è un capolavoro da premio Oscar! Beh, personalmente preferirei che vincesse Cannes, Venezia o Berlino. Questo è un film vero, le montature mediatiche o i finti premi americani non devono neanche sfiorarlo.

Paola Cortellesi ha fatto un capolavoro?

Direi che è un vero capolavoro, ma come al solito molti media si perdono dietro la questione dei fondi non dati… e chi se ne frega? La Signora Cortellesi ha dimostrato che il bene primario per questo film è stato il suo sterminato talento. Non so da dove siano usciti i soldi per girare il film e neanche me ne frega un gran che, quello a cui sono interessato è il messaggio, che se non lo avete ancora capito è più attuale che mai. “C’è ancora domani” – questo è il titolo del film, e anche nel titolo appare una sorta di speranza, un’attesa lunga tanto quanto la sofferenza delle Signore maltrattate e soggiogate dalla bassa cultura.

Paola Cortellesi li mette tutti in riga

Il film fenomeno ha superato i venti milioni di incasso e, soprattutto ha sollevato un dibattito pubblico sulla violenza domestica. Ditemi uomini non uomini, cosa vi porta ad essere così bassi? Cosa vi rende così inutili? Sapete, uscire per lavorare e portare i soldi a casa e picchiare la vostra compagna non è un atto di forza ma di nullità. Arrivate magari male odoranti di grasso e sudore, alcuni di vino dopo la fermata all’osteria, mettete due spicci sul tavolo e massacrate le vostre donne. Sapete perché lo fate? Lo fate per inferiorità, si perché voi li avete solo guadagnati quei soldi, magari facendo un lavoro di merda, mentre la vostra Signora moglie li renderà ricchezza. Quei pochi spicci li renderà una piccola pianta piena di fiori: per la casa, i figli e per voi razza di inutilità. Lei renderà quella piccola cosa il sostentamento per l’intera famiglia. Non li sprecherà alle corse dei cavalli, a bere vino scadente nelle osterie, non li userà per andare a puttane o a giocare a carte in qualche bisca clandestina… li renderà saggezza e utilità. E voi lo sapete che senza di loro sareste solo delle inutilità che faticano, proprio come degli asini da soma.

La trama di Paola Cortellesi

Nella Roma del dopo guerra, tra le macerie del conflitto e la voglia di ricostruzione, Delia (Paola Cortellesi) conduce una vita come tante. È una donna semplice, con pochi mezzi, tirata su nel culto della famiglia e della moglie funzionale alla crescita dei figli e alla cura della casa. Soprattutto nel culto del compiacimento del coniuge, a qualunque costo. È sposata con Ivano (Valerio Mastandrea), con cui ha tre figli. Ivano è un uomo altrettanto semplice, abituato ad affermare la propria autorità con modi rudi. E quando la frustrazione prende il sopravvento, riversa la sua rabbia sulla moglie, picchiandola e sminuendola. L’unica persona verso cui porta rispetto è il padre, Sor Ottorino (Giorgio Colangeli), un uomo anziano e allettato. Nonostante sia accudito dalla nuora, dà al figlio consigli utili su come metterla in riga, in modo da addomesticarla. Sì, perché la donna è ridotta a questo: un animale da addomesticare onde evitare che diventi una scheggia impazzita e ardisca a esprimere il proprio pensiero o semplicemente la propria personalità.

Quanto coraggio?

Delia sottostà al regime coniugale perché non conosce un’altra realtà, eppure dentro di sé sente che non è questa la strada giusta per la felicità. E indirizza le sue proiezioni di una vita libera verso la primogenita, in procinto di sposare un ragazzo borghese. Il matrimonio con lui rappresenta, apparentemente, la via di fuga per una vita diversa da quella a cui è certamente predestinata. C’è ancora domani racconta il percorso di crescita della protagonista, in un contesto comune a milioni di donne dell’epoca, e non solo. 

La visione di Paola

Le beghe familiari sono solo parte di una quotidianità in cui la sopraffazione degli uomini la fanno da padrona. In questo contesto difficile e maschilista, trova una spalla in Marisa (Emanuela Fanelli), un’amica fidata che la punzecchia costantemente, nella speranza di scuoterla a sufficienza per trovare il coraggio di ritagliarsi il suo spazio. E quando tutto sembra già scritto, arriva l’imprevisto a sparigliare le carte. Un imprevisto che segna un prima e un dopo. Delia riceve una lettera inaspettata grazie alla quale trova la forza necessaria per cambiare il proprio destino. E disegnare così un futuro migliore sia per sé sia per sua figlia

Lacrime Psichedeliche